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  • : Mens sana in corpore sano
  • : informazioni, news e curiosità legate al tema salute, intesa come benessere fisico e psicologico, perché ogni persona è il risultato dell'equilibrio tra psiche e soma
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Testo Libero

28 marzo 2012 3 28 /03 /marzo /2012 14:38

images-copia-9.jpgIl cuore degli sportivi tiene vivo più che mai il dibattito sulla sicurezza nell’attività sportiva e la prevenzione di episodi drammatici sui campi da gioco. La recente scomparsa del campione della pallavolo Vigor Bovolenta, 37 anni, colto da collasso al palasport di Fontescodella, a Macerata e la miracolosa guarigione di Fabrice Muamba, 23 anni, calciatore del Bolton, colpito sul campo da arresto cardiaco, hanno sollevato pesanti interrogativi tra gli addetti ai lavori. Una risposta concreta alle tante domande arriva proprio da uno studio italiano, pubblicato il 26 luglio 2011 sul British Journal of Sport Medicine, presentato al convegno Advances in Cardiac Electrophisiology, tenutosi a Roma quattro mesi fa.

I ricercatori italiani hanno sottoposto a test di idoneità sportiva 3.100 giocatori di calcio. Oltre agli esami previsti per legge, compreso l’elettrocardiogramma, gli atleti sono stati sottoposti a ecografia cardiaca. L’ecocardiogramma, esame semplice e non invasivo, ha scovato problemi cardiaci in 56 atleti. L’1,8% dei soggetti esaminati presentava anomalie non gravi, anche compatibili con l’attività sportiva, ma da monitorare per escludere complicanze future. Quattro le patologie cardiache riscontrate: valvola aortica bicuspide (24), difetti del setto atriale (20), prolasso della valvola mitrale (10) e cardomiopatia ipertrofica (2).

Fabio Pigozzi, prorettore vicario dell'Ateneo Foro Italico e presidente della Federazione Internazionale di Medicina dello Sport, tra gli autori dello studio, durante la conferenza stampa di presentazione del congresso ha ricordato che in Italia 6 milioni di persone si sottopongono ogni anno alla visita per l'idoneità agonistica: ''Se si riuscisse ad aggiungere agli esami anche l'ecocardiogramma si otterrebbe un risparmio anche dal punto di vista economico perchè – conclude Pigozzi - i costi iniziali, che comunque non superano le poche decine di euro, sarebbero ampiamente ripagati''.

 

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26 marzo 2012 1 26 /03 /marzo /2012 17:10

imagesCA7D0BMJ.jpgNon è un quadro rassicurante quello emerso dal recente rapporto Ocse: ''Previsioni ambientali al 2050: le conseguenze dell'inazione''. Se le politiche governative non avvieranno un’inversione di marcia, l’inquinamento ambientale, nei prossimi quarant’anni, sarà la prima causa di morte a livello globale, con un incremento delle vittime annuali da 1 a 3,6 milioni. Nei prossimi quarant’anni il valore dell'economia mondiale crescerà di quattro volte, l’aumento della qualità della vita comporterà una maggiore domanda di energia, cibo e risorse naturali, questo, in assenza d’interventi mirati, significherà aumento dei livelli dell’inquinamento.

Un’Ansa del 16 marzo, relativa al rapporto Ocse, riporta numeri allarmanti: “il 2% della popolazione delle città del mondo vive con concentrazioni di Pm10 accettabili, sotto i 20 microgrammi per metro cubo, mentre il 70% ne deve subire più di 70, una cifra che è destinata a crescere nei prossimi anni.” “Un altro aspetto preoccupante – riporta l’agenzia - è quello dell'ozono nelle città, che raddoppierà le proprie vittime dalle 385 mila l'anno a più di 800 mila.” Molte di queste morti saranno concentrate in Asia, sottolinea il documento Ocse, ma anche i paesi occidentali saranno colpiti, soprattutto a causa del fatto che gli anziani, che saranno sempre più numerosi, sono più sensibili a questo gas.” “In aggiunta – conclude la nota - i livelli di ossidi di zolfo e azoto sono destinati, in assenza di interventi, ad aumentare rispettivamente del 90 e del 50%. Secondo il rapporto nello stesso lasso di tempo le emissioni di gas serra potrebbero aumentare del 50%, e il consumo dell'acqua del 40%, mentre un 10% della biodiversità andrà perduta.

Secondo il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, ''rendere più verdi l'agricoltura, la fornitura di acqua ed energia, l'industria, saranno temi critici entro il 2050, per rispondere ai bisogni di oltre 9 miliardi di persone''. ''Abbiamo già assistito al collasso di alcune specie di pesci a causa dell'eccesso di pesca, – spiega Gurria - con impatti significativi sulle comunità locali, mentre serie carenze d'acqua sono una minaccia incombente per l'agricoltura.” “Queste enormi sfide – conclude il segretario Ocse - non si possono affrontare ciascuno per conto proprio, ma devono essere gestiti nel contesto di altre sfide globali, come il cibo, la sicurezza energetica e la diminuzione della povertà.''

 

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18 marzo 2012 7 18 /03 /marzo /2012 13:47

imagesCA3IYDWYIl pm torinese Raffele Guariniello ha avviato un’inchiesta che dovrà stabilire il nesso di causalità tra l’utilizzo del telefonino e l’insorgere di un tumore cerebrale. Il caso, arrivato all’Osservatorio sui tumori professionali della Procura di Torino, riguarda un torinese di 45 anni, autotrasportatore, affetto da glioblastoma, un tumore al cervello dalla prognosi infausta. Nessun nome al momento sul registro degli indagati, sotto accusa, invece, il cellulare che l’uomo utilizzava da 20 anni, per lavoro, circa sette ore al giorno. Telefonate della durata media di dieci minuti, effettuate senza l’ausilio di auricolare o viva voce.

In Italia, nel dicembre 2009, la Corte d’Appello di Brescia, con sentenza n. 514, riconosceva la malattia professionale per uso eccessivo del cellulare a un dirigente colpito da tumore al cervello e condannava l’Inail a corrispondere all'uomo una rendita pari all'80% di invalidità. Nelle motivazioni della sentenza si legge: “È documentato, per quanto la letteratura non porta a un giudizio esaustivo, il rischio aggiuntivo per i tumori cerebrali, e in particolare per il neurinoma, dopo dieci anni di esposizione a radiofrequenze emesse da telefoni portatili e cellulari”. Il dirigente aveva contratto una grave patologia cerebrale, in quanto, durante il lavoro, “aveva utilizzato il telefono cellulare e il cordless per una media di 5-6 ore al giorno e per un periodo di 12 anni”. Il 31 maggio 2011 è arrivato anche il verdetto del'Oms che ha stabiito l'esistenza del nesso di causalità tra l’uso del cellulare e l’insorgenza di tumori.

 

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16 marzo 2012 5 16 /03 /marzo /2012 15:38

infilacupQuando si prenota una visita medica o un esame è bene augurarsi di non avere nulla di grave, i tempi biblici delle liste d’attesa non consentono davvero una diagnosi tempestiva. A Bari per una gastroscopia si può rimanere in attesa anche 300 giorni mentre a Torino per un’ecografia all’addome si apetta sette mesi, come riporta una recente indagine di Altroconsumo. Per sopravvivere alle lungaggini delle prenotazioni sanitarie, ci viene in aiuto Cittadinanzattiva Umbria - Tribunale per i diritti del malato con sette regole che riassumono i diritti e doveri di ogni cittadino. Un pratico vademecum per chi affronta la giungla sanità, che riporto per intero:

           

  1. Tempi d’attesa sul web: sul sito delle Asl o degli ospedali devono essere pubblicati tempi d’attesa e prestazioni;
  2. Liste bloccate: chiudere le prenotazioni è vietato e le liste bloccate sono contro la legge;
  3. Tempi troppo lunghi: se l’attesa stabilita viene sforata ci si può rivolgere a strutture private pagando il solo ticket;
  4. Intramoenia: segnalare se lo stesso medico ha una lunga lista d’attesa, mentre in intramoenia i tempi sono più brevi;
  5. Soluzioni alternative: per alcune prestazioni, il Cup (Centro unico di prenotazione) regionale può proporre soluzioni alternative fuori dalla propria Asl;
  6. Prenotazioni: chi ha prenotato una visita o un esame e non si presenta o non avvisa in anticipo è in torto;
  7. Informazioni: tutte le informazioni consultabili su internet devono essere fornite anche dal Cup (Centro unico di prenotazione).
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12 marzo 2012 1 12 /03 /marzo /2012 16:38

imagesCA63992KChi pensava di essere al riparo da rischi cardiovascolari perché perfettamente in linea deve ricredersi. La bilancia, infatti, non misura il grasso viscerale, quello che si deposita nel fegato, nelle arterie e intorno al muscolo cardiaco. L’allarme per i “grassi dentro” arriva dal decimo Congresso Nazionale della Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare (SIPREC), tenutosi a Napoli dall’8 al 10 marzo. In Italia, secondo gli esperti, oltre sei milioni di persone sono "metabolicamente obese". Il 25 per cento degli adulti normopeso è “grasso dentro” e corre un rischio doppio di sviluppare patologie cardiovascolari rispetto a chi non accumula grasso viscerale, il rischio diabete aumenta, invece, di quattro o cinque volte.  

L’accumulo di grasso a livello epatico, cardiaco e arterioso,  spiega Bruno Trimarco, presidente Siprec e Ordinario di Cardiologia all’Università Federico II di Napoli, è da ricondursi a stili di vita non corretti, primo fra tutti la sedentariarietà. Spesso chi è in linea ritiene inutile l’attività fisica, che è, invece, indispensabile per la salute di ogni persona.

Per scoprire se siamo “metabolicamente obesi” occorre verificare, attraverso esami del sangue, il valore di trigliceridi, glicemia e colesterolo buono (HDL). Valori verso il limite massimo dei primi due e bassi di HDL, sono la prima spia di un possibile accumulo di grasso a livello viscerale. Giorgio Sesti, Ordinario di Medicina Interna all’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, indica, quale esame utile per scoprire la predisposizione al diabete, il dosaggio dell'insulina circolante. “Una conferma dell'accumulo di grassi a livello viscerale inoltre può arrivare da un'ecografia epatica – conclude Sesti - esame veloce, semplice e indolore che dimostra facilmente un'eventuale presenza di grassi nel fegato”. Per combattere il "grasso dentro", oltre a limitare cibi ricchi di grassi saturi e colesterolo, è indispensabile svolgere attività fisica aerobica tre o quattro volte la settimana. Sono sufficienti 30 minuti di corsa leggera, bici o nuoto per sconfiggere il grasso viscerale e le sue insidie.

 

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8 marzo 2012 4 08 /03 /marzo /2012 01:37

imagesCAV9E18F.jpgIl gioco d’azzardo patologico (GAP) sarà presto considerato una malattia dal Sistema Sanitario Nazionale italiano. Lo ha dichiarato il ministro della salute, Renato Balduzzi, durante un’ intervista al quotidiano Avvenire. La ludopatia, ha spiegato il ministro, sarà oggetto di prevenzione e assistenza, verranno anche rafforzati i servizi nelle Asl. Inoltre, nel rispetto della persona e tutela dei minori, saranno regolamentati anche gli spot. Meglio tardi che mai, vien da pensare, se si considera che, oltre trent’anni fa, l’American Psychiatric Association (APA) introduceva il concetto di dipendenza da gioco d’azzardo nella edizione del 1980 del DSM III (Diagnostic and Statistical Mental Disorders). La ludopatia veniva inquadrata come disturbo psichiatrico all’interno della sezione che comprende i “Disturbi del controllo degli impulsi”.

Nel nostro paese i numeri legati al gioco d’azzardo sono preoccupanti. Nel 2011 gli Italiani si sono giocati oltre 75 miliardi di euro, le persone affette da ludopatia sono circa 800mila, mentre i giocatori a rischio raggiungono i 2 milioni. Il fatturato legato all’industria del gioco d’azzardo supera quello della Fiat, è terzo dopo quello di Eni ed Enel. Un business che negli ultimi anni è cresciuto del 200 per cento e su cui la criminalità organizzata sembra aver messo le mani. Il fenomeno si sta trasformando in emergenza sociale, come raccontato il 15 febbraio scorso nel programma “Gli intoccabili”, condotto su La7 da Gian Luigi Nuzzi. Giuseppe Pisanu, presidente della Commissione parlamentare Antimafia, nel corso della puntata ha dichiarato: “Le mafie sono entrate sia nella gestione del gioco illegale che di quello legale”. Si parla di quasi 80 miliardi l’anno di giocate lecite, mentre 150 quelle (stimate) illecite. Dal programma di Nuzzi è emerso che lo Stato avrebbe rilasciato la concessione a soggetti di cui non conosceva perfettamente la proprietà, inoltre, tramite alcuni documenti pubblici è stato documentato il finanziamento delle concessionarie dei giochi d’azzardo alla politica. Dal quadro emerso appare evidente la contrapposizione tra l'interesse economico dello Stato di fare cassa, da un lato, e l'esigenza di tutelare i cittadini dal gioco d’azzardo patologico, dall'altro. Come spesso accade il conflitto d’interessi rischia di impedire che tanti buoni propositi diventino azioni.

 

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6 marzo 2012 2 06 /03 /marzo /2012 13:33

images-copia-8.jpgRosarno, dopo gli scontri razziali del gennaio 2010, torna al centro della cronaca. Oggi nella città che si affaccia sul porto di Gioia Tauro si svolgerà una manifestazione di protesta, organizzata dalla Coldiretti, per dire  NO all'aranciata che spreme agricoltori e lavoratori e inganna i Consumatori''. In mattinata lavoratori, cittadini,  agricoltori e rappresentanti delle Istituzioni nazionali e regionali, insieme ai Sindaci della Piana di Rosarno, sfileranno per le vie della città contro lo sfruttamento delle multinazionali, che pagano pochi centesimi un chilo di arance.

“Una mobilitazione per dire Sì alla Solidarietà, Sì alla crescita economica dei territori, Sì ad una agricoltura di qualità, Sì alla giusta remunerazione del prodotto e del lavoro e Sì a chi produce e dà lavoro vero,” si legge sul sito della Coldiretti. “L’annuncio della mobilitazione – spiega il comunicato stampa - ha già avuto come effetto positivo la ripresa del dialogo con Coca Cola Corporation, titolare del marchio Fanta. Una delegazione della multinazionale nella stessa mattinata di martedì 6 marzo incontrerà a Roma il Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania.” Una occasione - sostiene la Coldiretti - per spezzare la catena dello sfruttamento con il riconoscimento di un giusto prezzo ai produttori ma anche per discutere dell’aumento della percentuale irrisoria di arance contenute nelle bevande (appena il 12 per cento) e per rendere obbligatoria l’indicazione dell’origine.

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27 febbraio 2012 1 27 /02 /febbraio /2012 16:43

LUDOPATIA.jpgUno studio recente, condotto dalle Università di Kyoto, Chiba e Tokyo, pubblicato in Molecular Psychiatry, ha dimostrato come i livelli di noradrenalina, in determinate zone del nostro cervello, influenzino le emozioni provate nel gioco d’azzardo. I ricercatori hanno scoperto che la reazione emotiva legata alla perdita di denaro è molto più intensa rispetto a quella provocata da una vincita, l’intensità dell’emozione, inoltre, varierebbe da individuo a individuo.

Lo studio è stato condotto su 19 volontari di sesso maschile, sottoposti a tomografia cerebrale ad emissione di positroni (PET). Hidehiko Takahashi e i colleghi ricercatori hanno trovato una correlazione fra i trasportatori di noradrenalina ai neuroni talamici e l’avversione alla perdita di denaro, in sintesi alcuni soggetti mostravano emotività o eccitazione maggiore in risposta a una perdite di denaro, rispetto a quella provocata da una vincita.

In passato la risonanza magnetica funzionale aveva evidenziato che le zone cerebrali coinvolte nella ludopatia corrispondevano alla corteccia prefrontale (PFC), lo striato e l'amigdala, lo studio di Takahashi e colleghi individua, invece, per la prima volta i sistemi neurotrasmettitoriali coinvolti. La scoperta, oltre ad essere un punto di partenza per chiarire i meccanismi che sono alla base delle ludopatie, può aprire la via alla sperimentazione di nuove terapie farmacologiche per disordini neuropsichiatrici come il gioco d’azzardo patologico e il disturbo da deficit dell’attenzione (ADHD).

 

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21 febbraio 2012 2 21 /02 /febbraio /2012 17:23

imagesCAC82C0Z.jpgIl Garante per la protezione dei dati personali ha stabilito alcune linee guida a tutela della privacy di chi fornisce dati sensibili per la registrazione a siti, blog, forum  e social network dedicati alla salute, stessa garanzia anche a tutela di chi interagisce in siti, blog o forum che non richiedono iscrizione alcuna. Il Garante della privacy nel comunicato stampa del 20 febbraio 2012 scrive: "Da oggi in poi i gestori di questi siti saranno tenuti a fornire agli utenti una specifica "avvertenza", che informi sui rischi di esporsi in rete con la propria patologia." "É quanto stabiliscono le "Linee guida" - prosegue il comunicato - per i siti web dedicati alla salute (che non riguardano comunque i servizi di assistenza sanitaria on line e la telemedicina) varate dal Garante privacy e pubblicata oggi sulla G.U." 

"Il ricorso sempre più crescente alla rete - spiega il Garante - da parte di persone che, nell'ambito di siti web, blog, forum, social network si scambiano informazioni, inviano commenti, chiedono consigli o consulenze, presenta, insieme ad un innegabile vantaggio per gli utenti, anche potenziali rischi connessi alla pubblicazione e alla diffusione on line dei dati relativi alla loro salute." "In base alle Linee guida del Garante - continua il testo - i gestori di siti, blog, forum, social network dedicati a tematiche relative alla salute, che prevedano o meno la registrazione degli utenti, dovranno inserire nella loro home page una specifica "avvertenza di rischio", il cui scopo sarà quello di richiamare l'attenzione sui rischi connessi al fatto di rendersi identificabili sul web in relazione alla propria patologia. E questo anche alla luce della possibilità che tali informazioni possano essere indicizzate dai motori di ricerca generalisti o conosciuti dalla generalità degli utenti Internet e non dai soli iscritti al sito." "L'utente, così avvisato, - spiega il Garante - potrà fare attenzione e decidere in modo più consapevole se inserire o meno dati personali (es. nome, cognome e-mail etc.) che possano rivelare, anche indirettamente, la propria identità o quella di terzi, così come se pubblicare foto o video che consentano di rendere identificabili persone e luoghi. L'utente sarà invitato a dare conferma di aver preso visione dell' "avvertenza di rischio", barrando un'apposita casella."

I siti che prevedono la registrazione dovranno, inoltre, "informare gli utenti sugli scopi per i quali i dati sono richiesti, sulle modalità del loro trattamento, sui tempi di conservazione, sul diritto di cancellare, aggiornare, rettificare o integrare i dati così raccolti, come previsto dal Codice privacy. Il comunicato stabilisce, infine, che "i dati raccolti dai gestori dei siti dovranno essere protetti da rigorose misure di sicurezza, dovranno restare riservati e non essere comunicati o diffusi a terzi, e dovranno essere trattati solo da personale autorizzato."

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19 febbraio 2012 7 19 /02 /febbraio /2012 15:42

images-copia-7Dopo l’allarme energy drink diffuso da uno studio australiano, è la Cina a mettere sul banco degli imputati una nota bevanda energetica. La Red Bull sembra scomparsa da molti supermercati di Shanghai, perché addizionata con sostanze chimiche potenzialmente nocive per la salute. Dal quotidiano Shanghai Daily si apprende che l’allarme è partito dall'Osservatorio per la sicurezza alimentare di Harbin, nel nord est della Cina, in seguito alla scoperta di pigmenti colorati e sodio benzoato tra i componenti della bibita. Dalla combinazione di sodio benzoato e caffeina si ottiene un tonico cardiaco usato nel trattamento di overdose da psicofarmaci. La somministrazione del composto su individui sani provocherebbe emicranie, stress, stati di ansia e tachicardia.

Per far luce sulla vicenda le autorità preposte hanno aperto un'inchiesta i cui risultati sono attesi entro due settimane. Al momento non è stato diramato alcun ordine di sospendere le vendite. La sede cinese della Red Bull ha assicurato di non utilizzare per i suoi prodotti alcun componente illegale o dannoso, tuttavia, molti commercianti hanno deciso di togliere dai loro scaffali la bevanda che “ti mette le ali”. Ora non resta che attendere i risultati degli esami di laboratorio.

 

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