28 giugno 2013
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Il codice penale non disciplina il caso specifico di chi uccide, o provoca lesioni gravi, guidando sotto l’effetto di alcol e droghe. Nasce così una proposta di legge che introduce il reato di omicidio stradale. Lo scopo è duplice, da un lato vengono istituite pene adeguate per i killer della strada, dall'altro si crea un deterrente per tali reati.
Non bastano le cinture di sicurezza, gli airbag e il casco, non bastano i limiti di velocità, ogni due ore sulle nostre strade una persona perde la vita. Dodici vittime al giorno, quattro delle quali, secondo l’Istituto Superiore della Sanità, rientrano nella fattispecie dell' omicidio stradale. Il nostro ordinamento li considera omicidi colposi (art. 589 c.p.), con pene che vanno da un minimo di due a un massimo di quindici anni. Nonostante gli anni di reclusione stabiliti dall’art. 589, spesso il killer della strada se la cava con poco. Da qui l’esigenza di istituire un articolo ad hoc, che impedisca al reo di evitare la pena grazie alla lassità delle maglie della giustizia.
Dal sito omicidiostradale.it, si apprende che la proposta di legge “ è nata grazie alla sinergia dell’Associazione Lorenzo Guarnieri, Associazione Gabriele Borgogni, Associazione amici e sostenitori della polizia stradale, del Comune di Firenze e Polizia Municipale di Firenze. In un’apposita sezione del sito è possibile apporre la propria firma per aderire al progetto.Omicidio e lesioni stradali”
A favore dell’istituzione del reato di omicidio stradale anche la trasmissione di Rai 3 “Chi l’ha visto” che in collaborazione con la Polizia di Stato, ogni mercoledì sera dà spazio all’argomento. Al fine di sensibilizzare il pubblico vengono proposti video shock di incidenti stradali che testimoniano quanto sia facile, a bordo della propria auto, superare il confine tra la vita e la morte.
Per approfondire l’argomento e scoprire come sia disciplinato negli altri paesi europei è interessante il lavoro svolto da Lorenzo Borselli per la rivista “Il Centauro”, raccolto nell’articolo “Omicidio stradale nel mondo occidentale ecco come i vari ordinamenti considerano (e giudicano) "la colpa" di chi uccide al volante”. Sulla scia dei paesi anglosassoni ci si augura che anche in Italia l’omicidio stradale abbia presto una propria disciplina che, se non riuscirà a far diminuire le vittime della strada, sarà comunque un segnale di civiltà e di rispetto nei confronti di tutte quelle persone che per l'incoscienza di altri perdono la vita tra asfalto e lamiere.
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3 maggio 2012
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La legge che autorizza l'uso sanitario della cannabis, approvata ieri dalla regione Toscana, ha sollevato un dibattito politico e non solo. Il Centro Culturale Lepanto ha dato inizio "alla Crociata del Rosario perché la Madonna aiuti i più deboli, come gli ammalati ed i minori, che meritano medicinali di comprovata efficacia e sicurezza e non la cannabis, e per la conversione dei cuori e delle menti dei leader dei gruppi di pressione antiproibizionisti affinché si ravvedano e riconsiderino le loro istanze". La notizia è stata diffusa, tramite comunicato stampa, da Fabio Bernabei, presidente del Centro.
"Amici, sostenitori e simpatizzanti del Centro Culturale Lepanto, per tutto il mese di maggio - informa la nota - si alterneranno con un santo Rosario ogni giorno all'altare privilegiato della Madonna del Miracolo presso il Santuario Basilica di Sant'Andrea delle Fratte a Roma"."La medicalizzazione della cannabis/marijuana sembra far parte di una accorta strategia elaborata da anni da movimenti e partiti politici con intenti massimalisti. Con il manuale del 1995 "I radicali e le droghe. Basta con il Proibizionismo" il Partito Radicale, infatti, propagandava tre diverse strategie per arrivare alla legalizzazione tra cui proprio il 'modello medico' che e' 'certamente il meno rivoluzionario, quello che si allontana di meno dal regime attuale' - ma la medicalizzazione rimpiazza la penalizzazione e, - sempre secondo i radicali,- 'ha il merito di essere rassicurante per l'opinione pubblica'. Preghiamo perché la sensibilità di istituzioni e opinione pubblica non venga invece anestetizzata e sia al più presto ristabilito il ruolo della vera scienza e del diritto internazionale sulle droghe", conclude Bernabei. "La marijuana è una droga non una medicina, le proposte di legge regionale pro-cannabis non pensano ai bambini", sentenzia il Centro dalla home page del suo sito.
Fonte Adnkronos
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Rosarno, dopo gli scontri razziali del gennaio 2010, torna al centro della cronaca. Oggi nella città che si affaccia sul porto di Gioia Tauro si svolgerà una manifestazione di protesta, organizzata dalla Coldiretti, per dire “NO all'aranciata che spreme agricoltori e lavoratori e inganna i Consumatori''. In mattinata lavoratori, cittadini, agricoltori e rappresentanti delle Istituzioni nazionali e regionali, insieme ai Sindaci della Piana di Rosarno, sfileranno per le vie della città contro lo sfruttamento delle multinazionali, che pagano pochi centesimi un chilo di arance.
“Una mobilitazione per dire Sì alla Solidarietà, Sì alla crescita economica dei territori, Sì ad una agricoltura di qualità, Sì alla giusta remunerazione del prodotto e del lavoro e Sì a chi produce e dà lavoro vero,” si legge sul sito della Coldiretti. “L’annuncio della mobilitazione – spiega il comunicato stampa - ha già avuto come effetto positivo la ripresa del dialogo con Coca Cola Corporation, titolare del marchio Fanta. Una delegazione della multinazionale nella stessa mattinata di martedì 6 marzo incontrerà a Roma il Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania.” Una occasione - sostiene la Coldiretti - per spezzare la catena dello sfruttamento con il riconoscimento di un giusto prezzo ai produttori ma anche per discutere dell’aumento della percentuale irrisoria di arance contenute nelle bevande (appena il 12 per cento) e per rendere obbligatoria l’indicazione dell’origine.
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16 dicembre 2011
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L’omicidio di due senegalesi a Firenze e gli incendi in un campo Rom di Torino dimostrano che l’Italia non è immune al razzismo. Chi classifica gli esseri umani in base all’etnia dimostra ottusità mentale e ignoranza. Contro la prima non c’è antidoto, l’ignoranza, invece, si può combattere con il sapere. Un parere autorevole sull’argomento ci arriva da Guido Barbujani, professore di Genetica all’Università di Ferrara, che ritiene scientificamente provata la biodiversità, mentre considera priva di ogni fondamento la diversità razziale e le teorie che su quel concetto si basano. L’argomento è stato dibattuto da Barbujani nel corso della 3° Conferenza Mondiale di Science for Peace, tenutasi il 18 e 19 novembre all’università Bocconi di Milano. Con il suo intervento “Gli africani siamo noi” il genetista italiano ha voluto ribadire “che da lì veniamo tutti, come ci insegna lo studio dei resti fossili e del DNA. E quindi tutta l'umanità è composta da migranti, più o meno recenti, anche se a volte tendiamo a dimenticarcelo".
“E’ vero – ha spiegato il professore – 40 mila anni fa qui c’erano gli europei e allora avrebbero potuto essere ben distinti dagli africani. Ma poi si sono estinti.” “Al loro posto, più recenti – continua Barbujani - troviamo scheletri dalla forma come la nostra, cranio compreso, classici scheletri di africani. Antenati che, prese le mosse dall’Africa orientale, attraverso la Palestina trovarono condizioni più favorevoli e arrivarono in tutta Europa, e poi oltre”. Barbujani, che col suo gruppo di lavoro studia “biodiversità umana” attraverso l’analisi del Dna di popolazioni antiche e moderne, ha sottolineato che già nel 1961 l’antropologo Frank Livingston negava l’esistenza di razze affermando, invece, la biodiversità, intesa come un continuo di differenze tra le persone senza salti o fratture.
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