
La cocaina, spiega il dott. Trimarchi, bloccando il trasporto del muco nel naso produce secchezza e formazione di croste. Tutti i cocainomani hanno il naso che presenta croste maleodoranti e frequenti infezioni associate a riniti e sinusiti. E’ un circolo vizioso, un soggetto inizia a sniffare cocaina, dopo circa 10/20 minuti la mucosa è alterata dalla vasocostrizione, dal danno dei cristalli della cocaina ed è anestetizzata, dopo circa un’ora è attiva l’apoptosi un meccanismo di “morte cellulare programmata”, che in condizioni normali garantisce il ricambio delle cellule all’interno dell’organismo, in condizioni alterate, però, vengono interessate da questo meccanismo anche le cellule sane, di conseguenza il processo di guarigione delle ferite del naso si blocca, contemporaneamente l’effetto della cocaina svanisce e il paziente ricomincia una nuova assunzione. Nel momento in cui smette l’assunzione si innesca un meccanismo di vasodilatazione massiva, con frequente fuoriuscita di sangue che si mescola con il muco bloccato nelle fosse nasali, questo causerà la formazione di voluminose croste, il soggetto inizierà quindi a non respirare dal naso e a cercare di rimuovere le croste anche con oggetti taglienti, essendo il naso anestetizzato, si causano, così, nuove lesioni che, in una ambiente di cellule attivate per la morte programmata, l’organismo non è in grado di riparare.
La terapia, spiega il medico, è principalmente nelle mani del paziente che deve sospendere l’utilizzo della droga, il medico interviene curando l’infezione, favorendo la rimozione delle croste e lubrificando la mucosa nasale. Molto raramente si può ricorrere alla chirurgia ricostruttiva, con eventuale impianto di protesi, perché i tessuti di questi pazienti non cicatrizzano a causa di una alterata vascolarizzazione e un processo apoptotico di morte cellulare in fase avanzata. L’intervento ricostruttivo si può programmare solo dopo un anno dall’interruzione di assunzione della sostanza.
Il VIDEO sui danni provocati al volto dalla cocaina è stato promosso dal Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal Ministero Della Salute e dalla Società Italiana di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico-Facciale. La realizzazione è stata curata dal Dott. Matteo Trimarchi, dell'Unità Operativa di Otorinolaringoiatria dell'IRCCS San Raffaele di Milano.
Argomenti correlati
Scoperto il collegamento tra alcol e oppioidi endogeni
L’uso di ecstasy provoca danni permanenti al cervello
Dall’Australia allarme energy drink, in aumento le intossicazioni da caffeina
Fendimetrazina per dimagrire: 3 morti, un'inchiesta, 9 indagati
Canada: Prozac sul banco degli imputati, avrebbe indotto un 16enne a uccidere l’amico
Scoperto il collegamento tra noradrenalina e gioco d’azzardo patologico
Internet addiction, come riconoscere la dipendenza dal web