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24 aprile 2012 2 24 /04 /aprile /2012 11:15

imagesCANT7TYLOgni giorno in Italia venti persone scoprono di essere affette da melanoma, in un anno si contano 1.500 decessi. Nell’ultimo decennio la forma più aggressiva di tumore della pelle ha avuto un incremento del 30 per cento, sfiorando i 200.000 casi all’anno. Sull’argomento si è espresso il dottor Alessandro Testori, Direttore Divisione melanomi e sarcomi muscolo cutanei dell'Istituto Europeo di Oncologia, Milano. Testori nel corso di una recente video intervista pubblicata da Pharmastar, fa il punto sulla malattia, chiarendo aspetti clinici, diagnostici e terapeutici. Di seguito riporto per intero il contenuto dell’intervista.

 

Dottor Testori cos’è il melanoma?"

Il melanoma è il tumore della cute più importante, non tanto per l’incidenza, in quanto altri tumori della pelle, come i basaliomi sono più frequenti, ma per quel che riguarda le conseguenze. Il 95 per cento della mortalità da tumori cutanei è, infatti determinata dal melanoma. Il melanoma è il tumore delle cellule melanocitarie, che si sviluppa nella gran parte dei casi, 90/95 per cento, dalla cute dei pazienti, anche se spesso può manifestarsi con metastasi senza che ci sia un’evidenza di tumore primario. 

 

Parliamo di epidemiologia, ci dà qualche dato?

Il melanoma ha un’incidenza di circa 7.000 casi all’anno in Italia, 200.000 nel mondo, è il secondo tumore come aumento dell’incidenza dopo il tumore al polmone nelle donne ed è uno dei tumori da sempre più studiato per quanto riguarda il coinvolgimento terapeutico che questa malattia implica. Per gli studi di tipo immunologico per esempio che sono di grandissimo interesse e che poi possono fare da veicolo per le terapie di altre malattie.

 

Lei ci ha detto che il melanoma sta aumentando, quali sono le cause?

Le cause del melanoma sono cause in parte conseguenza di un mutamento delle abitudini che tutti noi abbiamo da 50/60 anni a questa parte. L’esposizione al sole è sicuramente coinvolta nell’aumento dell’incidenza del melanoma. Va detto che l’esposizione al sole è un aspetto che interessa prevalentemente la giovane età, il 70/75 per cento della nostra esposizione viene acquisita nei primi vent’anni di vita e quindi dobbiamo davvero cercare di educare i ragazzi, i bambini e i genitori al  fatto che un’eccessiva esposizione solare possa essere dannosa. Il numero di scottature è un aspetto importante che si correla soprattutto con l’esposizione intermittente, quella delle persone che normalmente vivono in città e che vanno al mare, al sole, soltanto per brevi periodi dell’anno, tant’è che, come sappiamo, i muratori, i contadini, i marinai hanno un’incidenza bassa di melanoma rispetto alle persone che vivono in città.

 

Ci spiega in sintesi la storia naturale del melanoma?

Il melanoma insorge nella gran parte dei casi dalla cute, da una lesione pigmentata preesistente o da un melanoma che nasce già come patologia tumorale. L’obiettivo principale ovviamente è la diagnosi precoce e quindi l’asportazione. Le fasi successive della malattia sono la diffusione attraverso le vie linfatiche e attraverso la via ematica. Per quanto riguarda la via linfatica abbiamo degli strumenti importanti che riguardano l’ambito chirurgico, la biopsia del linfonodo sentinella è fondamentale, prima scopriamo la presenza di metastasi ai linfonodi loco-regionali e meglio è dal punto di vista prognostico. L’atto chirurgico è poi quello che sancisce la fase di chiusura di quello che è il trattamento veramente efficace di questa malattia, che nella sua situazione più importante consiste nell’asportazione di tutti i linfonodi loco-regionali rispetto al punto in cui si era manifestato il melanoma. Quando la malattia è al quarto stadio il ruolo di noi chirurghi è inferiore, anche se quando è possibile anche con una malattia metastatica dobbiamo proporre un intervento chirurgico. Quando non riusciamo ad asportare tutta la malattia dobbiamo affidarci alla terapia medica, che da un anno a questa parte ha avuto novità veramente importanti caratterizzate dalla ricerca, che ci ha permesso di dimostrare come due farmaci, ipilimumab e vemurafenib, hanno ottenuto un miglioramento della sopravvivenza del paziente. Certamente è il primo step, da qui poi partiranno nei prossimi anni una serie di nuove proposte terapeutiche, dove combineremo i nuovi farmaci, da un lato, per quanto riguarda l’immunoterapia, dall’altro, per quanto riguarda la terapia molecolare, la terapia target, dove il concetto fondamentale non sarà tanto curiamo tutti i pazienti allo stesso modo, ma selezioniamo i pazienti da curare con un farmaco perché abbiamo dimostrato sulla base di aspetti molecolari che quel farmaco può essere efficace nella cura di questa malattia in quel paziente.

 

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