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Testo Libero

3 gennaio 2012 2 03 /01 /gennaio /2012 12:42

puerta.jpgCi sono vite perse sui campi da calcio come fossero campi di battaglia, morti di cui nessuno parla che in parte potrebbero essere evitate. Sono i decessi per arresto cardiaco che avvengono ogni anno nel settore dilettantistico e amatoriale, vite spezzate che un defibrillatore in campo potrebbe salvare. Dal 2006 al 2010 sono morti 338 giovani atleti dilettanti e amatoriali, il dato è stato rilevato dalla Fondazione G. Castelli, che tra i suoi obiettivi ha quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione delle malattie cardiovascolari.

Sul quotidiano Avvenire dell’11 novembre 2011 il dottor Castelli, che ha vissuto in prima persona il dramma di perdere un figlio di 16 anni su un campo da calcio, per arresto cardiaco, dichiara: “Tra il 20 e il 40% degli atleti colpiti da arresto cardiaco sarebbe sopravvissuto se avesse ricevuto un’assistenza tempestiva: rianimazione cardio-respiratoria con eventuale intervento di defibrillazione, entro i 6 minuti dalla caduta a terra dell’atleta stesso”. ”Quando si capirà che la cultura dell’emergenza è cultura di vita, di attenzione all’altro e parte integrante di quella sportiva - conclude il dottor Castelli - allora avremo uno sport più sano che fa veramente bene alla salute e con il minor numero di vittime possibili”.  

Per saper utilizzare in modo corretto un defibrillatore, non è necessaria alcuna esperienza medica, per salvare una vita sono sufficienti poche ore di addestramento. La legge 201/2001, che disciplina la materia, consente l'uso del defibrillatore semiautomatico in sede extraospedaliera al personale sanitario non medico e al personale non sanitario, adeguatamente formato nell’attività di rianimazione cardio-polmonare. Una modifica alla legge ha consentito, inoltre, che i corsi di formazione possano essere svolti anche da organizzazioni medico scientifiche senza scopo di lucro e da enti operanti nel settore dell’emergenza sanitaria. Per il 2012 appena iniziato, auguriamoci che non si contino più i morti per gioco. 

 

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