Assumere MDMA (ecstasy) altera in maniera irreversibile la densità dei recettori serotoninergici. La sospensione dell’uso della sostanza non inciderebbe, invece, sulla concentrazione dei recettori stessi. E' questo il risultato di uno studio, sugli effetti legati all'assunzione di ecstasy, condotto da un team di scienziati della Vanderbilt University (Usa), pubblicato sulla rivista Archives of General Psychiatry.
I ricercatori americani hanno esaminato un gruppo di 24 donne, tra queste 14 assumevano MDMA, 10, invece, non ne facevano uso. La tomografia a emissione di positroni (PET), del cervello di chi assumeva ecstasy, ha evidenziato un aumento dei recettori della serotonina in diverse zone ceebrali. L’alterazione dei livelli del neurotrasmettitore rimaneva invariata anche dopo un periodo di astinenza. La serotonina è collegata a numerosi processi biologici e neurologici tra cui aggressività, ansia, appetito, apprendimento, memoria, umore, sonno e termoregolazione. Considerando la diffusione della sostanza tra i giovani e la tossicità cronica appena scoperta, si teme che il fenomeno ecstasy possa avere ripercussioni sulla salute pubblica più gravi di quelle finora preventivate.
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